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Title
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Lorenzo Monaco, Crocifissione tra la Madonna e san Giovanni Evangelista in umiltà
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Date Created
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c. 1410-1415
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Date Modified
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1968
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Has Format
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L'affresco è stato staccato nel corso dell'Ottocento. Dopo l’alluvione del 1966 è stato restaurato da Leonetto Tintori, Alfio Del Serra e Giuseppe Rosi che, tra il 1967 e il 1968, lo hanno strappato dal vecchio supporto, trasferendolo su uno nuovo in tela.
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affresco
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affresco staccato
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Provenance
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La collocazione originaria è sconosciuta. L'opera è forse identificabile con «Il Crocifisso. Frammento di un affresco distaccato sul muro ed erroneamente riportato su tela» indicato con il numero 105 del catalogo dei dipinti presenti nella Galleria di Santa Maria Nuova redatto da Burci e Mazzanti nel 1874 (ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE, Ospedale di S. Maria Nuova (nuovo versamento), Affari Spediti, f. 599, ins. 89, documenti non numerati; Catalogo dei quadri ed altri oggetti d'arte esistenti nella raccolta del Reale Arcispedale di Santa Ma ria Nuova di Firenze e loro approssimativa valutazione, a cura di E. Burci e A. Mazzanti). Nel 1900 venne acquisito dalle Gallerie Fiorentine, insieme ad altre opere di proprietà dello Spedale, e successivamente venne esposto sulla parete destra del cenacolo di Ognissanti (W. PAATZ, E. PAATZ, Die Kirchen von Florenz, IV, Frankfurt 1952, p. 429) dove è rimasto fino al 1966.
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Spedale di Santa Maria Nuova
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Cenacolo di Ognissanti
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Description
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Le figure sono dipinte con la tecnica del monocromo, che consiste in un abbassamento cromatico solitamente scelto per veicolare significati pregnanti e richiamare con più forza la dimensione del sacro e del mondo ultraterreno. Quando le figure a monocromo sono poste su uno sfondo colorato naturalisticamente, come nel caso del cielo e della croce, trasmettono infatti un voluto senso di alienazione estraniante, prodotto dalla colorazione innaturale delle figure, e inducono al contempo alla concentrazione e meditazione. La tecnica suscita infatti nello spettatore un senso di alterità delle figure monocrome rispetto all’ambiente naturalistico, sottolineando la natura divina del Cristo e la santità della Vergine e di Giovanni.
La Crocifissione con i dolenti in umiltà è la rappresentazione del Cristo crocifisso con la Vergine e san Giovanni seduti ai piedi della croce, in un atteggiamento di contrizione che catalizza sul loro dolore l’attenzione dello spettatore. La letteratura che indica nell’umiltà un exemplum vivendi si fonda sulla frase di Cristo “Qui se humiliat exaltabitur” (Lc 14, 11; trad.: colui che si umilia sarà esaltato). Un collegamento tra questa virtù e il suolo si riscontra già in Isidoro da Siviglia (560-636), il quale affermava che, etimologicamente, humilitas proverrebbe dal termine latino humus, cioè terra. Nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine si individua poi un collegamento più puntuale con la Croce: «I quattro capi della croce si ornano con le gemme di queste quattro virtù: in alto, sopra tutte, la carità; a destra l’obbedienza; a sinistra la pazienza; in fondo, confitta nel terreno, la radice di tutte le virtù, l’umiltà» (I. DA VARAGINE, Legenda Aurea (1260-1298 ca), ed. a cura di A. Vitale Brovarone e L. Vitale Brovarone, Torino 1995, p. 284).
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Bibliographic Citation
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A. GARNERI, Firenze e dintorni, Firenze 1924, p. 112 (...)
B. BERENSON, Quadri senza casa, in “Dedalo”, I, 1932, pp. 173-192 (Lorenzo Monaco).
M. BOSKOVITS, Pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento, Firenze 1975, p. 346 (Lorenzo Monaco, 1410-1415).
W. PAATZ, E. PAATZ, Die Kirchen…cit. nota (2), p. 429
Il Museo dello Spedale degli Innocenti a Firenze, a cura di L. Bellosi, Firenze 1977, cat. 247, p. 263 (Lorenzo Monaco, 1400-1404).
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editor
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Caterina Corsi